Mi è sempre piaciuto scrivere, così qualche hanno fa iniziai a scrivere una storia, una storia su cui ho lavorato per diverso tempo, che però non ho mai finito di raccontare. Questo è un pezzo, se vi va di leggerlo e di lasciare un commento a me fa piacere.
Agosto stava per finire e quella mattina tornavo al lavoro dopo due settimane di ben meritate ferie. Io lavoro nell’azienda di famiglia, in un settore un po’ particolare. Diciamo che il mio lavoro è quello di assicurare alle persone un buon riposo. No, non vendo materassi, bensì bare, casse da morto per intenderci. Lo so, non è il lavoro che tutti sognano, ma pur qualcuno lo dovrà fare, no? All’inizio anche a me non piaceva molto, poi col tempo uno si abitua. Addirittura non ho neanche la macchina, uso direttamente il carro funebre, è un po’ tetro, ma è comodissimo, soprattutto per fare la spesa. La nostra è un’azienda che va avanti da tre generazioni, anche se mio padre aveva deciso di vendere tutto, visto che ne io, ne Laura, mia sorella, non ne volevamo sapere di lavorare in questo settore. Infatti da principio mi ero messo a fare l’idraulico, ed è proprio grazie a questo lavoro che ho conosciuto Sonia, la mia ragazza. Sono ormai sette anni che io e Sonia stiamo insieme, e tra un mese ci sposiamo. Ricordo ancora perfettamente il giorno che l’ho conosciuta. Stavo per rientrare a casa dal lavoro quando il mio principale mi chiamò per dirmi se potevo passare dal “Tanga Rosa”, un noto Night Club della mia zona. Così andai a vedere cosa era successo. Entrai nel locale e una cameriera mi venne incontro: era Sonia. Fu amore a prima vista, lei era bellissima, alta, con i capelli neri, ricci, che facevano da contorno al suo bel viso, con quegli occhioni verdi dove lo sguardo si perdeva. “Venga”, mi disse con la sua dolcissima voce: “l’accompagno nel bagno, si deve essere rotto un tubo”. Così la seguii fino al bagno. Che culo che aveva, e come lo muoveva bene. “Ecco qua”, mi disse indicandomi la perdita: “crede di poter fare qualcosa?”. “Eh.., lo so io che farei”, sussurrai. “Come?”, chiese Sonia. “Vede signorina”, le dissi incrociando il mio sguardo con il suo: “il tubo è rotto, andrebbe sostituito”. Lei allora si avvicinò, io mi avvicinai a lei e… In poche parole, invece di sostituire il tubo, finii con l’“intubare” Sonia. Fu bellissimo, ma presto venne tutto rovinato. Infatti, dopo un po’ di tempo, al padrone del locale, non vedendo uscire dal bagno ne la sua cameriera ne l’idraulico, venne in mente di venire a dare un occhiata. Quando ci vide divento rosso, su tutte le furie e iniziò a gridare: “Fuori dal mio locale! Prendete le vostre cose e andatevene. Tu!”, rivolto a Sonia: “sei licenziata! Non farti più rivedere!”. Lei quindi prese la sua roba e se ne andò di corsa piangendo. Io fui trattenuto, ma la cosa si risolse con una telefonata al mio principale, il quale, a conoscenza dei fatti, mi licenziò immediatamente. Eh si, quel giorno entrambi avevamo perso il lavoro, ma avevamo trovato ben altro, l’amore reciproco.
2 commenti
insomma come finisce?
Bo… bisogna aspettare i capitoli successivi per saperlo…