Ci sono voluti 3 mesi per girare “Lavati Ovidio”, opera prima di Luca Martinelli. Ancora ricordo il messaggio che mi mandò: “Giro un film, c’è una parte anche per te!”. Così, dopo aver letto la sceneggiatura mi sono immerso in questa avventura, che presto mi avrebbe portato a fare da aiuto regista e sceneggiatore, visto le modifiche che abbiamo dovuto fare al copione per l’assenteismo di alcuni attori. A questo punto potrei elencare il cast e raccontare la trama del film. Invece voglio raccontarvi altre cose secondo me più interessanti. Come le scene in teatro, girate in teatri diversi, perché il primo c’era già stato dato e per ben 2 ore. L’ufficio affissioni del Comune di Pietrasanta, che quando andiamo a timbrare le locandine, invece di venirci incontro, arrotonda per eccesso. La colletta tra me e Luca per trovare 60 centesimi per il parcheggio e le continue modifiche al copione perché alcuni attori mancavano e quindi pur di andare avanti tagliavamo le parti a questi che neanche sapevano come si chiamavano nel film e le riassegnavamo a chi c’era. I moccoli di Luca quando ha perso la schedina della telecamera, poi per nostra fortuna ritrovata e i suoi commenti sulle prostitute in centro a Bologna, dovevate sentirlo: “Sentiamo quanto vogliono, per curiosità, sono troppo belle. Altro che i travestiti che sono da noi!”. La caduta di Antonio Meccheri, che si è fatto male davvero, rimettendoci anche occhiali e cellulare, e la Lora Santini che non ci credeva. Gli episodi da raccontare sono tanti, alcuni li abbiamo inseriti nel film, come la scena del disturbatore. In ogni caso è stata una bella esperienza, e personalmente ringrazio tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione di questo film, che potete vedere sul sito www.tyou.it.
Mentre qui sotto, trovate il trailer.
Gen 12 2011
Vi racconto “Lavati Ovidio”
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Gen 11 2011
I semafori scomparsi
Oggi vorrei dedicare il mio blog ad una categoria che sta scomparendo. I semafori.
Ogni giorno milioni e milioni di semafori si ritrovano senza lavoro, per colpa delle rotonde.
Loro sì che sentono veramente la crisi, ci sono semafori che non arrivano più a fine mese, il loro conto è ormai al verde e loro non fanno altro che lampeggiare per chiedere aiuto a chi ci passa davanti e neanche li guarda, perché troppo di fretta nel proseguire per la propria strada.
Oggi un semaforo per lavorare deve come minimo avere una laurea, la specializzazione per fare le multe è il minimo per poter ottenere un posto di lavoro. Per i semafori comuni è davvero difficile andare avanti, i più fortunati lavorano part-time per queste ditte che asfaltano le strade. E loro lì sulla strada, malpagati e insultati dagli automobilisti che si trovano rallentati dal cantiere. Ma una soluzione ci sarebbe. Bisognerebbe prendere tutti i semafori disoccupati e metterli nei locali, bar, discoteche e night club, e così almeno per una volta, gli automobilisti sarebbero felici di vedere le luci rosse dei semafori.
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